Una grande storia d’amore di Susanna Tamaro

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[Ho letto questo libro a grazie a Sul Romanzo]

Con Una grande storia d’amore Susanna Tamaro torna in libreria con un romanzo dal grande respiro, pubblicato da Solferino lo scorso anno. Il titolo, indicativo dell’intento narrativo dell’autrice di Va’ dove ti porta il cuore, è un inno ai sentimenti più profondi che possono legare un uomo a una donna e richiama alla memoria del lettore una casistica ‒ che potremmo definire infinita ‒ di pagine e pellicole dedicate all’argomento.

Il racconto è affidato al protagonista Andrea, che al momento della narrazione, ormai adulto, si trova nella sua casa, in completa solitudine, e ripercorre la sua intera vita, voltandosi spesso indietro per ricordare a sé stesso cosa ha avuto e adesso, purtroppo, non ha più.

Quando incontra Edith per la prima volta è poco meno che trentenne, ha un impiego stabile e una relazione finalizzata ‒ come è giusto che sia per un uomo di quell’età e alla soglia degli anni Ottanta ‒ al matrimonio. Da sempre sospinto e attratto dal flusso delle maree, ha intrapreso la carriera marittima; ed è proprio durante uno dei suoi viaggi che si imbatte in una ragazza giovane, circondata da coetanei intenti a fumare sigarette una dietro l’altra, probabilmente tutti diretti in una località di vacanza.

Il loro primo incontro non ha nulla di romantico ‒ impostato lui, scontrosa lei ‒ ma lascia presagire un senso di incompiuto, che avrà modo di esprimersi da quel momento in poi in tutta la sua forza. Non meraviglia dunque scoprire che i due si rincontreranno in più occasioni, senza finalizzare ciò che si sospetta accadrà, in un gioco delle parti in cui ciascuno ha i propri motivi per non osare troppo e preferisce rimanere sul filo del rasoio, inviando segnali all’altro ma ritraendosi di continuo davanti alla possibilità di un vero avvicinamento.

D’altronde, Andrea ha davvero molto da perdere: le certezze, costruite a poco a poco negli anni precedenti, gli permettono di muoversi nel mondo con una certa padronanza di sé e di non temere il futuro. È anche vero, però, che una vita preordinata può provocare un senso di claustrofobia, quasi di mancamento; è in questo continuo alternarsi tra desiderio di osare e spinta all’autoconservazione che si configura il primo, evidente accenno a un rapporto amoroso che prenderà forma nel corso dell’intero romanzo.

Non ci sarebbe ‒ arrivati a questo punto ‒ nessuna novità rispetto a un canovaccio che il lettore smaliziato di oggi non abbia già letto e che non avrebbe motivo di voler trovare ancora in Una grande storia d’amore. Per questo, per ravvivare una trama altrimenti inconsistente, la lungimiranza di Tamaro la spinge a introdurre una serie di elementi che funzioneranno come boomerang per arrivare al finale.

Tra Andrea e Edith molte cose capiteranno: coincidenze, dolori, lontananze, separazioni, condivisioni e compromessi. Ingredienti, nessuno escluso, che fanno parte del normale ciclo amoroso di una coppia di persone. Ma, in questo romanzo, alla normalità dei sentimenti si aggiunge l’eccezionalità degli eventi. Eventi di causa maggiore che invertiranno la rotta intrapresa per lidi sconosciuti portando a situazioni spiacevoli, talvolta anche inaspettate e spiazzanti.

Non sarebbe corretto preparare il lettore a questi fatti con maggiori dettagli, perché il senso di vaghezza intorno a quello che lo aspetta è già sufficiente per invogliarlo a proseguireUna grande storia d’amore ha il pregio di lasciarsi leggere e, nonostante non sia brevissimo (288 pagine), di finire prima del previsto. Apprezzarne le varie vicissitudini passa però, inevitabilmente, da un filtro: il cinismo di chi sta leggendo. Affinché possa essere goduto al cento per cento, è indispensabile che non ci siano pregiudizi sul genere letterario o sulle storie d’amore e sui suoi amanti. La predisposizione maggiore verso Andrea e Edith arriverà proprio in chi non è ancora del tutto smaliziato, e vuole credere a quel detto ‒ antichissimo ma sempre attuale ‒ che recita: «Omnia vincit amor». Nonostante il dolore che si abbatte a ondate sugli individui, l’amore è e resterà il salvagente cui aggrapparsi.



In copertina Susanna Tamaro (photo credits susannatamaro.it)
Photo credits: Fondazione Luigi Einaudi

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